domenica 3 marzo 2013

Requiem per un pinguino


A me sembra che tu sappia quello che dovresti fare, ne vedi l'aspetto razionale, sei persino d'accordo, ma proprio non riesci a lasciar andare del tutto questo desiderio e urgenza e bisogno dentro di te. E' pazzesco. E' da malati di mente.      - da un'email di oggi di una mia amica -                                                Quando vidi il documentario Encounters at the end of the world (Incontri alla fine del mondo) del regista e mio eroe personale Werner Herzog, ci fu un momento, tipico dei suoi lavori, di pura poesia che mi obbligò a fermare la visione per rimandare il pezzo, riflettere e ridere anche mentre, nel suo inglese colorito da un forte accento tedesco, Herzog si chiedeva un accorato BUT WHY? Ma perché? mentre un pinguino intraprendeva un'azione kamikaze che sfuggiva ogni logica.
Il documentario studia persone che vivono e lavorano in antartide, di cui esplora scorci e locations uniche, ma la marcia del pinguino nella direzione sbagliata, verso il cuore impervio del continente ghiacciato, rimane con te sopra ogni cosa.

Ora che, anni dopo, io stessa mi sono sentita spinta verso una scelta incomprensibile ai più, con una forte componente autolesiva, se vogliamo, verso cui anche le persone a me più vicine hanno malreagito e la domanda che mi viene posta con incredulità, persino sdegno e rabbia in alcuni casi, è Ma perché? mi sento vicina più che mai a quel pinguino, ed esplorando il suo caso, ne ho apprezzato i paralleli col mio.