mercoledì 7 novembre 2012

L'imperatore e il padre interiore.


Quando l'energia di un arcano è presente nella nostra vita, a quanti livelli si può manifestare? Non si tratta solo di espressione esteriore o interiore dello stesso, ci sono casi che mi fanno apprezzare lo spazio negativo di un arcano, il vuoto energetico che scolpisce la vita di un individuo come un bassorilievo. Su questo tema, ecco alcune impressioni lasciatemi da un consulto fatto qualche giorno fa.

Arriva da me una donna molto dolce (ma lo sapevo già, avendo calcolato prima che la sua carta di nascita è 9, l'Eremita e io ho un debole per i 9, o quantomeno le donne 9; le mie due più care amiche sono 9...) le chiedo subito di scegliere un numero da 1 a 22 e senza esitazione mi risponde 18, io penso "la Luna. La carta complementare del 9 (1+8=9) Perfetto!" ovviamente le avrei voluto parlare del 18 e questo pensiero mi premeva nella testa, dunque il suo aver intercettato proprio quel numero palesava la sua ricettività psichica di cui, come tutte le 9, questa donna è altamente inconsapevole o irriguardosa, più la seconda ovviamente. 

Calo delle carte e, a descrivere il momento presente, compare la Regina di Spade. Così inizio a spiegarle "nel contesto romantico che stiamo investigando, cara mia, questa carta è un po' freddina... segnala che vieni percepita come rigida, dagli standard irraggiungibili, inflessibile e non solo verso i potenziali partner, ma verso te stessa... non ti concedi niente, nessun passo falso, nessuna sciocchezza, tutta mente e niente spensieratezza... probabilmente stai vivendo anche una certa pace dei sensi..." La donna annuiva "Ma non temere, vedo fuoco all'orizzonte". Già si proiettava nel futuro, sorridente, ma a me incuriosiva di più sapere perché al momento c'era questa regina ostica, così continuai "E' come se nel retro della tua testa ci fosse questa vocina che ti dice che niente di quello che fai va abbastanza bene, non sei mai abbastanza brava, come un padre severo che ti reprime, una voce punitiva dentro te" poi mi sento spinta a chiederle "Com'è il rapporto con tuo padre? E' un tipo autoritario?"  "Bé, è morto quando avevo 13 anni, ma sì, era un po' rigido...". Momento di disagio; lascio andare.

Torniamo a concentrarci sull'ex che lei descrive come "un tipo dal fare arrogante" che proprio per questo neanche le era mai piaciuto, ma verso cui evidentemente si era sentita attratta. Le chiedo quando si fossero incontrati e scopro che per lei era un anno 4, l'anno dell'Imperatore, il che riporta la mia attenzione sull'archetipo paterno perché in quell'anno era probabile che comparisse una figura paterna nella sua vita, o quantomeno con le caratteristiche che lei vi associava. Poteva darsi che si fosse attaccata emotivamente ad una persona che in qualche modo somigliava a suo padre, glielo ricordava a un livello inconscio, probabilmente nel modo di fare, forse anche nell'aspetto?
Dopo averci riflettuto, ammise che era questo il caso e, colpo di scena, nell'ultima posizione dell'ultima stesa, eccolo comparire: l'Imperatore rovesciato; non esattamente nella sua espressione migliore. Allora torno sui miei passi e riprendo l'argomento che l'intuito mi aveva suggerito dall'inizio.
Viene fuori che una persona a lei vicina le ha fatto notare che nonostante sia passato quasi un trentennio dalla morte del padre, lei ne parla ancora al presente, cosa di cui la donna proprio non si rende conto. Ma anche una psicologa da cui è andata per un periodo ha osservato la stessa identica cosa, e neppure allora la donna si accorgeva del suo lapsus. Così capisco che una parte di lei non ha mai accettato il distacco dal padre e nel dolore per la sua morte, la sua psiche ha trovato un modo di tenerlo ancora in vita, per non perderlo definitivamente, internalizzandone la figura e persino attraendo nella sua vita un tipo di persona che ne incarnava le caratteristiche, come l'ex fidanzato di cui, coincidentalmente, non riusciva a digerire la separazione nonostante fossero passati ben tre anni. Strano a dirsi, ma in verità si tratta di processi molto comuni di cui semplicemente non siamo consapevoli.

Ma questo era evidentemente un rapporto di amore odio, perché quando tornai a farle presente che disponeva di un intuito molto acuto e che tuttavia non gli permetteva di aiutarla nella vita, lei mi ha risposto in modo alquanto emblematico per un Eremita di nascita "posso anche pensare che le mie intuizioni siano giuste, ma poi concludo che sarebbe un gesto di arroganza da parte mia presumere qualcosa su qualcuno, pretendere di avere ragione e io odio l'arroganza".

In perfetta tradizione del paradosso, quando si parla degli arcani che più ci influenzano, si era riferita all'ex fidanzato come un tipo arrogante, il padre autoritario era fatto della stessa pasta eppure, come segnalava la Regina di Spade, l'aveva internalizzato e lo infliggeva a sé stessa al punto che ora, come agente interno, condizionava la sua vita. Peccato però che mai lei avrebbe usato il lato utile dell'archetipo dell'Imperatore a suo vantaggio.

Difatti, un altro grande problema che emergeva dal suo quadro era la considerevole difficoltà nel dichiarare e difendere i propri bisogni, l'incapacità quasi di esprimere verbalmente rimostranze, dare voce al suo disagio e alle cose che non andavano con le persone intorno a lei, ma in specifica segnalavano le carte, coi colleghi di lavoro. Anche lì, di nuovo, non voleva essere arrogante e spiegava "cerco sempre il modo più carino di dire le cose" alché le ho risposto "sì, ma comincia a lavorare anche su quello più efficace". L'Imperatore rovesciato sottolinea un problema nell'esperienza del potere personale.

Ogni arcano ha la sua ambivalenza e se lei aveva vissuto la presenza dell'Imperatore nella sua vita solo in un padre autoritario, o nell'aridità emotiva dell'ex fidanzato, ne ignorava ancora il lato positivo, nel senso che se piuttosto che esserne controllata, fosse riuscita a cavalcare quest'energia, avrebbe potuto trarne anche un concreto successo professionale, il potere nel mondo, potenziale implicito nell'arcano 4.
La donna infatti era in attesa di un avanzamento di carriera e se da una parte non capiva perché ancora non arrivasse, dall'altra, vista l'estrema modestia della natura dell'Eremita, non osava sperarlo, non essendo sicura di esserne degna.
Le carte suggerivano che la chiave stesse nel cominciare a proiettare all'esterno l'energia dell'Imperatore, quella che lei percepiva come arroganza, poiché finché non avesse mostrato qualità di controllo e autorità verso i colleghi che meritavano di venir messi al posto loro, non sarebbe stata apprezzata professionalmente al punto da ricevere una promozione. Un modo per dire che, se non riesci a farti rispettare, è difficile che qualcuno ti riconosca idonea per una posizione d'autorità, per quanto tu sia professionalmente preparata e volenterosa. Era dunque giunto il momento di scoprire l'altro volto dell'Imperatore, quello utile e costruttivo. Come disse un grande scrittore: la via di fuga è implicita nel disegno della prigione.

Difatti, se ben direzionata, quest'energia avrebbe potuto prendere una forma concreta davanti ai suoi occhi, dandole in un colpo solo l'autorità professionale che cercava e di conseguenza una posizione più vantaggiosa che da sola avrebbe ridimensionato i soprusi da parte dei colleghi, o l'avrebbe quantomeno fatta sentire legittimata a dare voce alle sue rimostranze, fornendole un supporto psicologico.
Aver avuto un padre Imperatore l'aveva resa estremamente sensibile a manifestazioni di prepotenza di cui mai avrebbe voluto essere autrice, ma troppa cautela in tal senso l'aveva portata a bandire del tutto la capacità di autorità dalla propria vita, causandole un vuoto energetico, per cui ora incarnava in pieno l'estremo opposto dello spettro, con la sua natura profondamente modesta, tipica dell'arcano dell'Eremita che difatti, puntualmente, era comparso quale carta di traverso nella stesura della Croce Celtica.

Purtroppo bisogna tenere conto dell'altra faccia della medaglia anche negli arcani a noi più cari. Nel suo caso, questo pareva invitare il sopruso da parte degli altri e mancati riconoscimenti in un mondo che, oltre alle qualità di operosità che le erano proprie (sempre in linea con l'Eremita associato al segno della Vergine), richiede un certo mordente e la capacità d'imporsi, qualità tipiche dell'Imperatore.
Coincidentalmente, nel mazzo di tarocchi che ho usato, l'Eremita viene rappresentato dalla figura di Saturno che imbraccia una falce, a segnalare gli effetti infausti del tempo, l'impermanenza terrena, il che ribadisce la pur inconscia difficoltà della donna di accettare la separazione dal padre (la falce che recide la vita, come nell'arcano 13 della Morte) in virtù della sua posizione di carta traversa. Quello che spero è che questo consulto abbia portato finalmente alla sua attenzione la necessità di affrontare seriamente questo punto doloroso del suo passato.

Divenuta consapevole delle trappole e del potenziale impliciti negli arcani che si portava dentro, adesso si sente pronta a fare una revisione della sua vita e a cominciare un nuovo ciclo prestando più ascolto alla voce del suo intuito, ad essere più consapevole del censore occulto in sé e la necessità di proiettarne la voce all'esterno, laddove necessario, per reclamare il suo posto nel mondo e riscuotere i frutti che pendono maturi sul suo percorso, in attesa solo di essere colti.
A questa donna speciale auguro con tutto il cuore che cominci a vedere i suoi gesti e le sue parole con più clemenza e che riconosca che nel suo caso, l'arroganza non è proprio scritta nel suo dna; lo sanno tutti, rimane di capirlo solo a lei.

Nessun commento:

Posta un commento